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Tutti noi siamo stati disabili almeno una volta senza rendercene conto. Come la disabilità non è solo legata alla persona ma dipende dal contesto.

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Comunemente la disabilità viene percepita come un concetto costante (nel tempo), binario (sei disabile o non lo sei) e legato alla persona.

State sparecchiando la tavola. Avete appena finito un cena tra amici. Con le mani prendete due bicchieri di cristallo, fragilissimi, per spostarli dalla tavola al lavello. Nello spostamento la vostra mano colpisce una bottiglia che cade sul tavolo e rotola fino al bordo. Voi siete già quasi voltati, vedete la bottiglia con la coda dell'occhio. Non vi resta osservare che cada e si frantumi. L'alternativa sarebbe quella di lasciare un bicchiere e afferrare la bottiglia al volo prima che cada...

Questa si potrebbe chiamare disabilità contestuale transitoria.

Contestuale perché un impedimento fisico, dovuto al fatto che sto stringendo i bicchieri nelle mie mani, mi limita nel compimento di un'azione (l'afferrare la bottiglia che sta per cadere).

Transitoria perché l'impedimento viene meno nel momento che ho di nuovo le mani libere.

Questo concetto si può estendere ad altre situazioni. Ad esempio: siete in un paese dove nessuno parla la vostra lingua o lingue che conoscete, anche le scritte sono tutte nella lingua locale. In quel momento si acquisisce una assente o ridotta capacità comunicativa.

In modo simile, siete sovrappensiero, preoccupati, distratti, la vostra mente sta pensando ad altro. Non siete in grado di concentrarvi su ciò che vi succede intorno. Quando qualcuno vi parla non siete in grado di rispondere perché la vostra mente era occupata. Viene transitoriamente acquisita una ridotta capacità cognitiva.

Se il concetto di disabilità contestuale viene esteso ad altre situazioni si arriva alla conclusione che qualsiasi forma di disabilità è in effetti contestuale.

Con questo ragionamento, per estensione, si arriva alla definizione di disabilità dell'international classification of functioning disability and health (ICF) - parlerò dell'ICF piu avanti, in un prossimo post. Per ora è importante sapere che è un sistema di classificazione della disabilità sviluppato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) approvato il 22 maggio 2001 dopo 9 anni di revisioni [1, 2].

Disability is characterized as the outcome or result of a complex relationship between an individual's health condition and personal factors, and of the external factors that represent the circumstances in which the individual lives. - La disabilità è il risultato di una complessa relazione tra lo stato di salute dell'individuo insieme a fattori personali e fattori esterni che rappresentano le circostanze in cui l'individuo vive.

ICF-CY 2017 - WHO 2007

La disabilità diventa un attributo relativo applicabile a tutti, non più per pochi. E l'ambiente, inteso come tutto ciò che non è relativo alla salute dell'individuo, diventa parte integrante del concetto di disabilità.

L'ambiente può essere modificato per ripristinare un'attività che, a causa di un fattore legato alla salute, è venuta meno. Nel caso della figura in alto nella pagina, salire su un marciapiede se è presente un gradino potrebbe essere non fattibile per una persona con disabilità motoria. La presenza di una rampa ripristina l'attività. Le due vignette graficamente differiscono solo per una linea ma questa piccola differenza ha un significato molto profondo.

In generale questo concetto può risultare molto semplice in termini teorici ma in termini pratici è incredibilmente difficile da applicare per numerose ragioni.

Considerando nello specifico l'esempio della rampa, alcune tra le ragioni sono le seguenti:

  • Ignoranza: nel senso proprio del termine (ovvero mancanza di conoscenza di un fatto specifico). Non si tiene in considerazione il fatto di costruire una rampa soltanto perché non ci si è nemmeno pensato
  • Costi di costruzione: aggiungere o progettare una rampa richiede degli spazi adatti ad accogliere la rampa e questo può richiedere delle soluzioni progettuali più costose del semplice gradino
  • Inerzia culturale: qualsiasi concetto nuovo, anche se porta certamente un miglioramento dal punto di vista sociale, ha bisogno di tempo per essere integrato nella società

La rampa è soltanto un esempio specifico, molto evidente e chiaro da rappresentare. Si può applicare lo stesso ragionamento a numerose altre situazioni o relazioni.

Questa visione del ruolo dell'ambiente nella disabilità, risale a ben prima dell'ICF, risiede nel cosiddetto "modello sociale della disabilità": termine coniato da Mike Oliver nei primi anni 80 in riferimento ad un ideologia sviluppata dall'organizzazione Union of the Physically Impaired Against Segregation (UPIAS) attiva all'inizio degli anni 70 in Inghilterra [3]. Anche di questo, ne parlerò in un prossimo post ed in modo estensivo in quanto questo modello costituisce le fondamenta teoriche dell'approccio seguito da Giocabilità.

Fonti

1. International Classification of Functioning, Disability and Health - PDF Scarica il PDF oppure torna alla nota 1 nel testo.
2. ICF - Wikipedia Vai alla pagina oppure torna alla nota 2 nel testo.
3. Modello sociale della disabilità - Wikipedia Vai alla pagina oppure torna alla nota 3 nel testo.

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